Papi famosi e le loro storie
Pio XII e le polemiche
Già durante il conflitto si levarono alcune voci critiche verso l'operato di Pio XII. Gli veniva rimproverata una mancanza di perentorietà nel denunciare gli orrori della guerra e le atrocità commesse dai nazisti (nazionalsocialismo), e in particolare la rinuncia a pronunciare una pubblica condanna dello sterminio degli Ebrei sul quale la Santa Sede disponeva di informazioni autorevoli (sebbene parziali). Il silenzio del pontefice sulle persecuzioni e lo sterminio di milioni di ebrei ha suscitato molte polemiche. Alcuni storici hanno sostenuto che questo atteggiamento di riserbo fosse motivato dalla volontà di evitare peggiori mali alle vittime. Ma la discussione è tuttora aperta.
Nel dopoguerra Pio XII vide nel comunismo la grande minaccia rivolta alla civiltà cristiana e alla Chiesa, e nel 1949 il Sant'Uffizio promulgò una dichiarazione che escludeva dai sacramenti i cattolici iscritti ai partiti comunisti. Morì a Castel Gandolfo nel 1958 in un'epoca di grandi trasformazioni.
Il Papa, il Re e il presidente
Il 28 dicembre 1939 Pio XII si recò in visita al Quirinale per incontrare Vittorio Emanuele III re d'Italia. Era la prima volta che un papa rimetteva piede al Quirinale dopo quasi settant'anni: da quando, nel 1870, Pio IX si era ritirato in Vaticano dopo l'arrivo in città dell'esercito italiano. Il palazzo del Quirinale, infatti, dove attualmente risiedono i presidenti della nostra Repubblica, dal 1592 fino al 1870 era stato la residenza dei pontefici. La visita aveva dunque un significato simbolico: dopo la firma degli accordi tra lo Stato italiano e la Chiesa (1929), il papa desiderava uscire dai confini del suo piccolo Stato e rinnovare il suo rapporto con Roma. Il corteo papale attraversò la città tra due ali di folla e l'incontro tra Pio XII e Vittorio Emanuele fu minuziosamente descritto da una radiocronaca.
Giovanni Paolo II
Karol Wojtyła (Wadowice, Cracovia, 1920 - Roma 2005). Primo papa non italiano dell'epoca moderna dopo Adriano VI (1522-23) e primo papa slavo della storia.
Nato da modesta famiglia, fu studente in lettere e, durante l'occupazione nazista della Polonia, anche operaio in una cava di pietra e poi in una fabbrica di prodotti chimici. Sacerdote dal 1946, si laureò a Roma, all'Angelicum, in teologia e quindi a Cracovia in filosofia; insegnò etica nell'università cattolica di Lublino e nella facoltà teologica di Cracovia.
Vescovo ausiliare, poi arcivescovo (1964-78) di Cracovia, creato cardinale nel 1967, partecipò al concilio Vaticano II e a tutte le assemblee del sinodo dei vescovi. Eletto papa il 16 ottobre 1978, succedendo a Giovanni Paolo I, diede avvio a un'intensa attività apostolica, espressa da frequenti uscite dal Vaticano (visite a 317 delle 333 parrocchie della diocesi di Roma) e da Roma (146 viaggi in Italia e 104 nel mondo), da molti documenti (14 encicliche, la prima delle quali è la Redemptor hominis, 1979, 15 esortazioni apostoliche, 11 costituzioni apostoliche e 45 lettere apostoliche) e da cinque libri: Varcare la soglia della speranza (1994), Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio (1996), Trittico romano, meditazioni in forma di poesia (2003), Alzatevi, andiamo! (2004) e Memoria e Identità (2005). Inoltre, ha proclamato 1338 beati e 482 santi; ha tenuto 9 concistori, creando 231 cardinali, e convocato 15 assemblee del sinodo dei vescovi. Il 13 maggio 1981 fu gravemente ferito in un attentato da un estremista turco, Ali Ağca, che poi volle incontrare, durante la sua vista al carcere romano di Rebibbia.
La profezia dei 2 Papi
Queste affermazioni della beata rimangono ancor oggi uno dei tanti enigmi che si celano dietro la religione cristiana. C'è da dire che, in questo preciso periodo storico, nel quale appunto vi è la compresenza di due Pontefici, la profezia della Emmerick sembra essersi avverata.