Museo del Violino Stradivari a Cremona
Il Museo del Violino è un museo musicale situato a Cremona. Il museo è noto soprattutto per la sua collezione di strumenti ad arco che comprende anche violini, viole, violoncelli e contrabbassi di rinomati liutai, tra cui Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri del Gesù.
Nel 1893 Giovanni Battista Cerani donò al comune di Cremona diversi strumenti musicali e modelli di proprietà di grandi liutai cremonesi, fra cui Antonio Stradivari[2]. Venne così istituito il Museo Stradivariano, che in seguito venne arricchito dall'inestimabile raccolta di Ignazio Alessandro Cozio, conte di Salabue, il quale aveva acquisito ciò che rimaneva del laboratorio di Stradivari, divenendo così uno dei primi esperti italiani di storia della liuteria. La grandissima collezione di modelli lignei, documenti ed attrezzature artigianali per la creazione di strumenti ad arco di Cozio fu acquistata nel 1920 dal liutaio Giuseppe Fiorini di Bologna al fine di creare una scuola italiana di liuteria; tuttavia, non riuscendo nel proprio proposito, dopo dieci anni decise di regalare tutta la collezione al museo civico di Cremona.
L'amministrazione comunale creò così una "Sala Stradivariana" all'interno del Palazzo Affaitati, dove vennero esposti tutti gli oggetti della collezione Salabue-Fiorini. Dopo un breve trasferimento al Palazzo dell'arte e all'Archivio di Stato, la raccolta venne sistemata nel museo civico e divisa in tre sale: la prima illustrava la costruzione della viola contralto secondo la scuola classica cremonese; la seconda stanza esponeva alcuni strumenti realizzati da liutai italiani del XIX-XX secolo; l'ultima sala conteneva sedici espositori con oltre 700 oggetti.
La cultura dei "saperi e saper fare liutario della tradizione cremonese" è stata iscritta il 5 dicembre 2012 nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO.
Dopo due anni di restauri del Palazzo dell'arte[5], l'intera collezione è stata trasferita definitivamente nel nuovo "museo del violino" inaugurato ufficialmente il 14 settembre 2013.
All'interno del museo è stato allestito, in quello che fu originariamente il salone delle adunate del Palazzo dell'arte, un auditorium da 464 posti intitolato all'imprenditore Giovanni Arvedi e realizzato da Yasuhisa Toyota. Sul piccolo palcoscenico ellittico di 85 m2, posto al centro della sala, possono esibirsi solisti e orchestre da camera.
Al piano terreno, l'ala sinistra del palazzo è occupata dal Laboratorio di Acustica Musicale del Politecnico di Milano e dal Laboratorio Arvedi di Diagnostica Non-Invasiva dell'Università di Pavia che, in maniera coordinata, sviluppano attività di ricerca su temi collegati alla liuteria. I ricercatori del Politecnico di Milano svolgono diverse attività riguardanti la misura di proprietà geometriche, vibrazionali e acustiche, con particolare attenzione al miglioramento della qualità degli strumenti musicali acustici e degli ambienti di ascolto.
Il Laboratorio Arvedi di Diagnostica Non-Invasiva si prefigge come scopo lo studio e la caratterizzazione dei materiali che compongono gli strumenti musicali storici in ogni sua parte e la messa a punto di un protocollo analitico e metodologico innovativo dedicato alla diagnostica, al restauro e alla conservazione degli strumenti musicali. Si tratta dell'unico museo italiano ad avere al suo interno dei laboratori di ricerca universitari.
Esternamente al museo, dietro al colonnato, è collocata la scultura moderna L'anima della musica dell'artista catalano Jaume Plensa, in cui è raffigurato un uomo d'acciaio seduto e alto quattro metri, con la pelle tatuata da spartiti musicali.