La Storia del Cinema

Il Cinema

Il mondo contemporaneo è caratterizzato da una società improntata sull'immagine, fenomeno esasperato dalla moltiplicazione esponenziale degli schermi. Questo processo ha nelle sue origini un forte legame con il cinema, che ha reso per la prima volta accessibili alle grandi masse le immagini create a fini di intrattenimento. Proprio per i suoi risvolti oltre alle sale di proiezione, approfondire questo tema in una tesina di terza media può fornire molti spunti interessanti con cui divertirsi – oltre che imparare.

Tecnologia: come si è arrivati al cinema?

Molti appassionati credono che la nascita del cinema coincida con le innovazioni introdotte dai fratelli Lumière a fine XIX secolo, ma ignorano le premesse che lo hanno reso possibile. È vero: le prime immagini di un treno in movimento proiettate nel 1895 hanno segnato un momento topico nella storia dei media moderni. D'altro canto, però, dal punto di vista artistico e comunicativo l'essere umano ha sempre ricercato la riproduzione di immagini in movimento con scopi narrativi.

A proposito di ciò, uno degli antenati del cinema è certamente il sistema delle ombre cinesi, che tramite l'utilizzo delle luci e dell'accompagnamento sonoro metteva in scene storie della tradizione popolare d'estremo oriente. Questa forma di rappresentazione può essere vista come antesignana della pellicola perché sfruttava già il concetto di schermo, grazie all'utilizzo di una pellicola semitrasparente che veniva bombardata di luce. Gli spettatori dunque non vedevano direttamente le figure mostrate dagli artisti, ma solo le loro sagome, percorrendo dinamiche simili a quelle del cinema contemporaneo.

Rappresentazione di ciò che succedeva dietro lo schermo degli spettacoli di ombre cinesi.

Scienze: il funzionamento della proiezione

Non è una novità: al giorno d'oggi la grande produzione cinematografica di massa utilizza mezzi completamente digitali. Alle sue origini, però, la proiezione avveniva grazie ad uno scaltro sfruttamento delle proprietà della luce: le immagini venivano fatte scorrere dentro ad un'apposita macchina che le ingrandiva con delle lenti; le stesse venivano poi proiettate grazie alla loro sottoposizione a fasci di luce indirizzati verso il grande schermo.

La tradizionale macchina da proiezione era molto ingombrante, rumorosa e aveva i meccanismi esposti a vista.

La pellicola tradizionale risultava sicuramente inferiore per la definizione dell'immagine rispetto alle tecnologie attuali, ma sfruttava abilmente il fenomeno di rifrazione della luce per rendere possibile ciò che fino a poco tempo prima sarebbe stato impensabile. Contemporaneamente poi sia il cinema che la fotografia hanno migliorato le proprie caratteristiche, alimentandosi a vicenda in una crescita che ha portato fino agli effetti speciali e all'ultra-HD che conosciamo oggi.

Arte: le locandine, l'arte del cinema

Per accompagnare la nascita del cinema e renderlo appetibile a quante più persone possibile, ben presto gli specialisti si misero all'opera per creare delle locandine che fungessero da vere e proprie pubblicità. Sin da subito le tecniche utilizzate furono incentrate sulla resa grafica, che doveva essere immediata rappresentando forme non troppo complesse. Anche i colori delle locandine sono particolarmente sgargianti, perché devono attirare l'occhio del possibile spettatore puntando sull'appariscenza.

Le locandine per i film devono essere essenziali e d'impatto, puntando il più possibile sull'utilizzo di contrasti e/o colori accesi.

Il mondo dei manifesti per il cinema si è evoluto velocemente ed è diventato presto un'espressione d'arte a sé stante, anche perché la locandina è chiamata ad evocare in modo immediato le emozioni che saranno trasmesse durante la proiezione. Proprio per raggiungere questi scopi molto presto si iniziò ad assumere artisti professionisti in qualità di illustratori, come avvenuto nei casi illustri di Bass, Brini e Prudencio.

Storia: il ruolo del cinema nella Seconda guerra mondiale

Sin dalla sua ideazione, il cinema ha rappresentato un potentissimo mezzo ampiamente sfruttato in molti ambiti. La grande potenzialità comunicativa che deriva dalla possibilità di raggiungere e impressionare intere masse si è mostrata in particolare durante la Seconda guerra mondiale, periodo in cui tantissimi leader mondiali hanno utilizzato la pellicola a scopi politici. Facendo alcuni esempi:

  • Negli USA il cinema venne utilizzato per mobilitare la popolazione e l'opinione pubblica contro le dittature dell'asse, spesso glorificando i militari alleati (come in "Confessioni di una spia nazista", del 1939);
  • Con il suo Istituto Luce, Mussolini costruì gran parte del suo ampio consenso popolare anche grazie a pubblicità, corti e lungometraggi, documentari. Detenendo il monopolio della produzione e applicando una ferrea censura, il fascismo riuscì a fare del cinema un vero e proprio mezzo di propaganda;
  • Analogamente, anche Hitler creò il proprio impianto propagandistico su grande schermo, come dimostrato dalla creazione della sezione dedicata al cinema all'interno del partito nel 1930. Studi recenti hanno sottolineato che, nel cinema, la Germania nazista si concentrò soprattutto sulla cementificazione dell'antisemitismo.

Educazione civica: il cinema ideologico di Chaplin

Sempre nella stessa epoca, l'attore inglese Charlie Chaplin, di origini ebraiche, diede vita ad uno dei più grandi capolavori cinematografici di sempre ne "Il grande dittatore" (1940), in cui immaginava un improbabile scambio di persona tra un semplice cittadino ebreo e il Führer nazista Hitler. Pur essendo diventato celebre per i suoi cortometraggi muti, Chaplin scrisse per quest'opera uno dei discorsi più potenti della storia del cinema – tanto che viene tutt'ora spesso ripreso e citato da artisti di tutto il mondo, come in Iron Sky di Paolo Nutini. L'intervento fu indirizzato a combattere non solol'antisemitismo, ma anche un sistema sociale indirizzato esclusivamente alla produzione e deumanizzante verso intere masse di persone.

Charlie Chaplin, uno dei padri del cinema contemporaneo, divenne così iconico da essere inconfondibile anche unicamente tramite la sagoma.

Geografia: gli Stati Uniti, patria del cinema

La più grande industria cinematografica del mondo si trova ad Hollywood, in California, uno Stato federale a sud-ovest degli Stati Uniti. La casa del cinema si trova nella zona degli USA con i rilievi montuosi più recenti, formati da placche terrestri tuttora attive che causano frequenti scosse sismiche. Il clima di Hollywood è coerente con quello che si può trovare in tutta la costa californiana: mediterraneo, è molto caldo d'estate e mite d'inverno.

La scritta sulla collina californiana di Hollywood è ormai diventata iconica, entrando a far parte a pieno titolo della cultura pop.

Proprio nella "capitale mondiale del cinema" si può trovare una perfetta rappresentazione della grande varietà demografica statunitense. I dati etnici della popolazione bianca e afrodiscendente sono pressoché identici sia a livello nazionale che nella città californiana, ma un elemento che salta all'occhio è il fatto che a Hollywood quasi il 5% della popolazione ha origini miste. Questo fenomeno è favorito dai forti flussi migratori in entrata, formati da persone da tutto il mondo attratte in California dalla promessa delle luci della ribalta.

Italiano: la figura di Pasolini, scrittore regista

Il cinema è un'arte così complessa e attraente che non scarseggiano i casi di grandi intellettuali che si sono cimentati nella direzione di film. Uno dei più importanti esempi di ciò in Italia è stato Pier Paolo Pasolini, che cercò di riprodurre nelle pellicole la realtà più cruda invertendo spesso gli schemi tipici dell'industria cinematografica. Spesso egli scelse di reclutare attori non professionisti per restituire genuinità al girato, concentrandosi sul contenuto della narrazione.

Pier Paolo Pasolini dietro la cinepresa nei panni di regista de "L'Accattone".

La produzione cinematografica di Pasolini, che ha seguito binari paralleli a quelli letterari, può essere raggruppata in tre macro-aree:

  1. Nella prima fase fu molto vicino al neorealismo, genere tipico del secondo dopoguerra italiano;
  2. Negli anni '60 approfondì temi più astratti e dal calibro culturale alto, dirigendo film ispirati alle tragedie greche ("Edipo Re" nel 1967 e "Medea" due anni più tardi) ed al cristianesimo ("Il Vangelo secondo Matteo" nel 1964);
  3. Successivamente Pasolini decise di trasmettere attraverso la cinepresa messaggi provocatori e spesso molto forti, trattando temi politici per scuotere l'opinione pubblica e criticare la società contemporanea.

Musica: le colonne sonore

Il mondo del cinema non sarebbe certamente quello che conosciamo senza le colonne sonore che ne accompagnano le scene. In origine, la parte melodica dei film veniva suonata in sala, dal vivo poiché non esisteva la tecnologia necessaria a sovrapporla alla pellicola. A partire dagli anni '20, però, si iniziarono ad avere le prime vere e proprie colonne sonore.

Le colonne sonore vengono spesso registrate da orchestre formate ad hoc.

Dal punto di vista musicale, le colonne sonore completano il mondo del cinema in diversi modi:

  • Quelle più classiche sono esclusivamente strumentali, anche se possono contenere vocalizzi o melodie eseguite da cori;
  • Molte colonne sonore si avvalgono di brani già esistenti, sia andandoli a ripescare nella storia che sfruttando pezzi contemporanei particolarmente famosi;
  • Alcuni compositori (come ad esempio Giacchino, autore di Up) sfruttano la creazione di un'unica melodia molto riconoscibile che viene riadattata nel corso del film in base alle necessità narrative.

L'ultima tecnica di composizione delle colonne sonore riprende in parte quanto inventato da Wagner con l'utilizzo del leitmotiv, ovvero il motivetto che viene associato nella narrazione a qualcosa di specifico – che può essere tanto un personaggio quanto un luogo o un importante oggetto.