Giulio Cesare: la vita in breve
Gaio Giulio Cesare nasce a Roma nel luglio del 100 a. C. dalla nobilissima gens Iulia, che vanta Enea tra i suoi discendenti.
Cesare è nipote di Mario, grande vincitore dei Cimbri e dei Teutoni, che ha sposato sua zia Giulia. Da parte sua Cesare sposa giovanissimo Cornelia.
Dopo aver ricevuto un'accurata educazione letteraria a Roma e a Rodi, Cesare presta servizio militare in Asia e, tornato a Roma dopo la morte di Silla, ormai schierato nelle file del partito democratico, inizia l'attività di oratore e nel 68 a. C. ottiene la carica di questore in Spagna.
Nel 60 a. C. dall'intesa con Crasso e Pompeo, gli uomini più influenti sulla scena politica romana, costituisce il primo triumvirato, un accordo segreto di carattere privato, che garantisce ai tre contraenti aiuto reciproco contro il senato per ottenere consistenti vantaggi politici.
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Cesare viene eletto console nel 59, poi proconsole in Gallia per un quinquennio: sono gli anni della gran parte delle campagne espansionistiche narrate nel De bello gallico.
Nel 56 a. C. ricostituisce a Lucca il triumvirato con Pompeo e Crasso e dimostra un eccezionale talento diplomatico: riesce infatti a rilanciare su nuove basi un'alleanza politica ormai logorata. Pompeo e Crasso si presenteranno infatti insieme per il consolato successivo, e Crasso otterrà il governo della Siria, mentre Pompeo quello delle province iberiche.
Nel 53 a. C. Crasso muore nel tentativo di assoggettare il regno dei Parti. Il triumvirato si infrange e nasce l'antagonismo tra Cesare e Pompeo, che culmina nello scontro passato alla storia con i commentari De bello civili.
Cesare sconfigge definitivamente Pompeo a Farsalo, ma deve prima condurre una difficile battaglia contro Tolomeo XIV, re d'Egitto, poi contro i resti dell'esercito di Pompeo, sconfiggendoli prima a Tapso e poi in Spagna presso Munda.
Cesare si fa quindi eleggere console per quattro volte consecutive, e contemporaneamente si fa nominare per cinque volte dittatore. Ricopre inoltre il pontificato massimo.
Cesare, assunto il titolo di Imperator, nel corso del suo grandioso piano di riorganizzazione dello Stato, viene ucciso alle idi di marzo dell'anno 44 a. C. da una congiura capeggiata da Bruto.
"...Deposero (la spoglia di Cesare) nel Foro, là dove è l'antica reggia dei Romani, e vi accumularono sopra tavole, sedili e quanto altro legname era lì... accesero il fuoco e tutto il popolo assistette al rogo durante la notte. In quel luogo venne eretta dapprima un'ara, ora vi è il tempio dello stesso Cesare, nel quale egli è onorato come un Dio": così nel XVIII secolo scrisse Appiano, storico ed autore della "Storia Romana". Dopo la morte di Gaio Giulio Cesare, ucciso nella Curia di Pompeo, il corpo venne infatti trasportato nel Foro Romano e cremato; qui fu alzata una colonna di marmo con l'iscrizione "Parenti Patriae" (ossia "al padre della patria").
Successivamente, al posto della colonna, rimossa in un secondo tempo, fu costruito il tempio dedicato al Divo Giulio, ossia a Giulio Cesare divinizzato: si noti che questo fu il primo caso a Roma di divinizzazione "post mortem" (dopo la morte). Il tempio fu eretto da Augusto e dedicato il 18 agosto del 29 a.C. Dopo i saccheggi particolarmente distruttivi avvenuti nel XV secolo, restano soltanto avanzi in opera cementizia del podio: i vuoti corrispondono alle parti staticamente più importanti (in corrispondenza del colonnato e dei muri della cella), che erano in blocchi di tufo, ovviamente asportati.
Qui é dove il corpo di Cesare venne bruciato dalla popolazione.
L’esatto luogo della morte di Cesare
L’archeologo spagnolo Antonio Monterroso sostiene di aver trovato il punto esatto dove venne accoltellato Giulio Cesare il 14 marzo del 44 a.C. Nell’ingresso della Curia di Pompeo, che le fonti indicano come il luogo dell’assassinio (oggi sito in Largo Argentina), c’è un muro di cemento in cui sarebbe stato collocato lo scranno di Cesare.
Tuttavia, per l’archeologo Andrea Carandini, i segreti della Curia di Pompeo sono nascosti oltre quel muro cementizio: «Conosco bene quella tamponatura sovrastata da un pino, ma non riguarda l’ingresso della Curia bensì il retro. La Curia si apriva infatti dalla parte opposta».
«Se dalla strada dove è la stazione del tram ci si affaccia sui ruderi, si osserva, subito al di sotto e dietro al tempio rotondo, un muro che ingloba una nicchia, dalla quale spunta un pino. È la nicchia del salone (440 metri quadrati) in cui era alloggiata la statua di Pompeo, ai piedi della quale cadde Cesare.
GIULIO CESARE, OPERE
Le principali opere di Cesare:
- I Commentari del De Bello Gallico divisi in sette libri più un ottavo composto probabilmente dal suo luogotenente Irzio;
- I Commentari del De Bello Civili divisi in tre libri;
- Un epigramma in versi su Terenzio
Tra le opere perdute ricordiamo:
- De Analogia, un trattato sulla lingua e sullo stile che sosteneva con grande rigidità i principi analogici di Gnifone in campo linguistico
- Diverse orazioni, fra cui le Laudationes e tre Ad Milites
- Dei componimenti giovanili
- Un poema sulla spedizione in Spagna
- L'Anticato, diviso in due libri, che fu scritto da Cesare per replicare al Cato di Cicerone
- Una laudatio dedicata al suicidio di Catone ad Utica, visto come il rifiuto dell'uomo giusto per eccellenza di vivere sotto la tirannide di Cesare. Cesare si sforza di smantellare dalle fondamenta la costruzione ciceroniana attraverso la denigrazione morale dell'Uticense.
- La corrispondenza di Cesare: raccolte Ad Senatum, Ad Familiarem e Ad Ciceronem.